1977. Cesare Battisti, all’età di 23 anni, lascia una carriera da delinquente comune per abbracciare la lotta armata. Da un punto di vista culturale e d ideologico è ancora alla prima elementare, ma è freddo e spietato e quelli sono anni in cui uno così vale più di un intellettuale.
Entra nei PAC, i Proletari Armati per il Comunismo,un gruppo di terroristi rossi specializzati in operazioni di bassa macelleria, come le spedizioni punitive contro i nemici della rivoluzione. Insieme a loro, stabiliranno i giudici, nel giro di un anno Battisti ucciderà quattro persone: il maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro;i negozianti Lino Sabbadin e Pierluigi Torregiani; l’agente della Digos Andrea Campagna. Le sentenze che hanno condannato a due ergastoli dicono che contro Santoro e Campagna fu Battisti a premere il grilletto. Nelle altre due operazioni si limitò ad azioni di copertura o pianificazione. Arrestato nel giugno del 1979, due anni dopo evade dal carcere di Frosinone. Nel 1990 viene ammanettato a Parigi, ma dopo pochi mesi viene scarcerato: la “ dottrina Mitterand” garantisce una vita tranquilla ai terroristi, specie se rossi. Torna in prigione nel 2004 e scarcerato poco dopo, con l’aiuto dei servizi segreti francesi, riesce a fuggire in Brasile, dove viene di nuovo arrestato due anni fa. Nega di aver ammazzato, ma non nega di aver pianificato e coperto come in occasione dell’omicidio del macellaio Lino Sabbadin, ucciso quasi contemporaneamente all’orefice Torregiani. Contro di lui valanghe di testimoni, tra cui i suoi ex compagni di mattanze e la fidanzata di allora.
Fosse un terrorista di destra, starebbe marcendo in carcere da decenni e ci saremmo tutti scordati di lui. Ma lui è un terrorista di sinistra, e così la scrittrice parigina Fred Vargas, amicissima di Battisti, è stata portata dalla Bruni all’Eliseo,a parlare con Sarkozy. Il quale, ha fatto sapere la Vargas, si è detto d’accordo “ sul fatto che il caso della Petrella e quello di Cesare erano simili”. E visto quanto Sarkozy si è speso per la Putrella, a pensar male si rischia di indovinarci.
Per questo Battisti ha bisogno di ergersi a martire internazionale della libertà, a emblema delle ingiustizie del regime berlusconiano. Per questo è costretto a circondarsi dalla solita cricca di filosofi e intellettuali impegnati e si fa scudo con i loro appelli. Perché se torna ad essere un condannato all’ergastolo con sentenza definitiva per delitti di terrorismo, che poi è quello che è, per lui è finita.
Entra nei PAC, i Proletari Armati per il Comunismo,un gruppo di terroristi rossi specializzati in operazioni di bassa macelleria, come le spedizioni punitive contro i nemici della rivoluzione. Insieme a loro, stabiliranno i giudici, nel giro di un anno Battisti ucciderà quattro persone: il maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro;i negozianti Lino Sabbadin e Pierluigi Torregiani; l’agente della Digos Andrea Campagna. Le sentenze che hanno condannato a due ergastoli dicono che contro Santoro e Campagna fu Battisti a premere il grilletto. Nelle altre due operazioni si limitò ad azioni di copertura o pianificazione. Arrestato nel giugno del 1979, due anni dopo evade dal carcere di Frosinone. Nel 1990 viene ammanettato a Parigi, ma dopo pochi mesi viene scarcerato: la “ dottrina Mitterand” garantisce una vita tranquilla ai terroristi, specie se rossi. Torna in prigione nel 2004 e scarcerato poco dopo, con l’aiuto dei servizi segreti francesi, riesce a fuggire in Brasile, dove viene di nuovo arrestato due anni fa. Nega di aver ammazzato, ma non nega di aver pianificato e coperto come in occasione dell’omicidio del macellaio Lino Sabbadin, ucciso quasi contemporaneamente all’orefice Torregiani. Contro di lui valanghe di testimoni, tra cui i suoi ex compagni di mattanze e la fidanzata di allora.
Fosse un terrorista di destra, starebbe marcendo in carcere da decenni e ci saremmo tutti scordati di lui. Ma lui è un terrorista di sinistra, e così la scrittrice parigina Fred Vargas, amicissima di Battisti, è stata portata dalla Bruni all’Eliseo,a parlare con Sarkozy. Il quale, ha fatto sapere la Vargas, si è detto d’accordo “ sul fatto che il caso della Petrella e quello di Cesare erano simili”. E visto quanto Sarkozy si è speso per la Putrella, a pensar male si rischia di indovinarci.
Per questo Battisti ha bisogno di ergersi a martire internazionale della libertà, a emblema delle ingiustizie del regime berlusconiano. Per questo è costretto a circondarsi dalla solita cricca di filosofi e intellettuali impegnati e si fa scudo con i loro appelli. Perché se torna ad essere un condannato all’ergastolo con sentenza definitiva per delitti di terrorismo, che poi è quello che è, per lui è finita.
P.S.
Questa che segue è la definizione organica del concetto giuridico di rifugiato, contenuta nella Convenzione di Ginevra firmata il 28 luglio 1951:
“Colui che, (...) temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese, di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese: oppure che, non avendo la cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra.”
Questa che segue è la definizione organica del concetto giuridico di rifugiato, contenuta nella Convenzione di Ginevra firmata il 28 luglio 1951:
“Colui che, (...) temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese, di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese: oppure che, non avendo la cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra.”







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