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venerdì 30 gennaio 2009

IL CASO BATTISTI

1977. Cesare Battisti, all’età di 23 anni, lascia una carriera da delinquente comune per abbracciare la lotta armata. Da un punto di vista culturale e d ideologico è ancora alla prima elementare, ma è freddo e spietato e quelli sono anni in cui uno così vale più di un intellettuale.
Entra nei PAC, i Proletari Armati per il Comunismo,un gruppo di terroristi rossi specializzati in operazioni di bassa macelleria, come le spedizioni punitive contro i nemici della rivoluzione. Insieme a loro, stabiliranno i giudici, nel giro di un anno Battisti ucciderà quattro persone: il maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro;i negozianti Lino Sabbadin e Pierluigi Torregiani; l’agente della Digos Andrea Campagna. Le sentenze che hanno condannato a due ergastoli dicono che contro Santoro e Campagna fu Battisti a premere il grilletto. Nelle altre due operazioni si limitò ad azioni di copertura o pianificazione. Arrestato nel giugno del 1979, due anni dopo evade dal carcere di Frosinone. Nel 1990 viene ammanettato a Parigi, ma dopo pochi mesi viene scarcerato: la “ dottrina Mitterand” garantisce una vita tranquilla ai terroristi, specie se rossi. Torna in prigione nel 2004 e scarcerato poco dopo, con l’aiuto dei servizi segreti francesi, riesce a fuggire in Brasile, dove viene di nuovo arrestato due anni fa. Nega di aver ammazzato, ma non nega di aver pianificato e coperto come in occasione dell’omicidio del macellaio Lino Sabbadin, ucciso quasi contemporaneamente all’orefice Torregiani. Contro di lui valanghe di testimoni, tra cui i suoi ex compagni di mattanze e la fidanzata di allora.
Fosse un terrorista di destra, starebbe marcendo in carcere da decenni e ci saremmo tutti scordati di lui. Ma lui è un terrorista di sinistra, e così la scrittrice parigina Fred Vargas, amicissima di Battisti, è stata portata dalla Bruni all’Eliseo,a parlare con Sarkozy. Il quale, ha fatto sapere la Vargas, si è detto d’accordo “ sul fatto che il caso della Petrella e quello di Cesare erano simili”. E visto quanto Sarkozy si è speso per la Putrella, a pensar male si rischia di indovinarci.
Per questo Battisti ha bisogno di ergersi a martire internazionale della libertà, a emblema delle ingiustizie del regime berlusconiano. Per questo è costretto a circondarsi dalla solita cricca di filosofi e intellettuali impegnati e si fa scudo con i loro appelli. Perché se torna ad essere un condannato all’ergastolo con sentenza definitiva per delitti di terrorismo, che poi è quello che è, per lui è finita.
P.S.
Questa che segue è la definizione organica del concetto giuridico di rifugiato, contenuta nella Convenzione di Ginevra firmata il 28 luglio 1951:
“Colui che, (...) temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese, di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese: oppure che, non avendo la cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra.”

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