Quelle vicende trent'anni fa sono scolpite nella memoria collettiva e chi le visse non potrà più dimenticare i fatti inquietanti che segnarono i cinquantacinque giorni dalla strage di via Fani al ritrovamento del cadavere dello statista democristiano, un corpo rannicchiato dentro una Renault R 4 rossa, parcheggiata simbolicamente a metà strada tra via delle Botteghe Oscure e Piazza del Gesù tra la sede della DC e quella del PCI, in via Caetani.
Il 16 marzo 1978, il presidente dell'allora Democrazia Cristiana italiana, On. Aldo Moro, venne sequestrato a Roma a Monte Mario in via Fani dalle Brigate Rosse e gli uomini della sua scorta vennero assassinati. Venne rapito mentre si stava recando in Parlamento per partecipare al dibattito sulla fiducia del nuovo governo Andreotti costituito con l'appoggio e l'ingresso del PCI nella maggioranza programmatica e parlamentare, da Moro ampiamente favorito. Per tutta la durata di quel sequestro (55 giorni) i media e l'opinione pubblica italiana, europea e mondiale seguirono col fiato sospeso quel tragico fatto. Con vari ultimatum, pena la vita dello statista, le BR chiedono un riconoscimento politico del loro movimento e la liberazione dei brigatisti sotto processo a Torino. PCI-DC erano per la "fermezza", "rifiutare ogni compromesso", il PSI era invece per la trattativa. Passarono 53 giorni di lacerazioni politiche, vennero mobilitati politici di ogni Paese, lo stesso Papa Paolo VI, addirittura Cosa Nostra: invano. Il 9 maggio, dopo 55 giorni di prigionia, lo statista venne ucciso dalle Br. Il suo corpo venne trovato nel bagagliaio di una Renault R 4 rossa, posta emblematicamente a metà strada tra Piazza del Gesù e via delle Botteghe Oscure. Ai funerali parteciparono tutti i partiti, ma fu assente la famiglia, che polemizzò (ed ha sempre polemizzato) "la fermezza"; di aver escluso degli spiragli per trattare la vita del loro congiunto e di avere abbandonato al suo destino e con cinismo, lo statista.
Il 16 marzo 1978, il presidente dell'allora Democrazia Cristiana italiana, On. Aldo Moro, venne sequestrato a Roma a Monte Mario in via Fani dalle Brigate Rosse e gli uomini della sua scorta vennero assassinati. Venne rapito mentre si stava recando in Parlamento per partecipare al dibattito sulla fiducia del nuovo governo Andreotti costituito con l'appoggio e l'ingresso del PCI nella maggioranza programmatica e parlamentare, da Moro ampiamente favorito. Per tutta la durata di quel sequestro (55 giorni) i media e l'opinione pubblica italiana, europea e mondiale seguirono col fiato sospeso quel tragico fatto. Con vari ultimatum, pena la vita dello statista, le BR chiedono un riconoscimento politico del loro movimento e la liberazione dei brigatisti sotto processo a Torino. PCI-DC erano per la "fermezza", "rifiutare ogni compromesso", il PSI era invece per la trattativa. Passarono 53 giorni di lacerazioni politiche, vennero mobilitati politici di ogni Paese, lo stesso Papa Paolo VI, addirittura Cosa Nostra: invano. Il 9 maggio, dopo 55 giorni di prigionia, lo statista venne ucciso dalle Br. Il suo corpo venne trovato nel bagagliaio di una Renault R 4 rossa, posta emblematicamente a metà strada tra Piazza del Gesù e via delle Botteghe Oscure. Ai funerali parteciparono tutti i partiti, ma fu assente la famiglia, che polemizzò (ed ha sempre polemizzato) "la fermezza"; di aver escluso degli spiragli per trattare la vita del loro congiunto e di avere abbandonato al suo destino e con cinismo, lo statista.








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